In riferimento alle ultime notizie diffuse dalla stampa riguardo al progetto di impianto di trattamento rifiuti proposto da Edison Next Recology, l’Assemblea Permanente “STOP
EDISON” intende chiarire quanto segue.
1) Prima di ogni altra considerazione bisogna evidenziare come le modifiche progettuali
prospettate da Edison, al di là del linguaggio con cui vengono presentate, confermino
l’esistenza di una problematica connessa al trattamento dell’amianto, problematica che
la Edison nel lungo percorso della procedura ha esempre eluso, declassandola a timori
infondati e a pregiudizi ideologici. Esattamente la stessa modalità con cui Edison nel
corso di questi mesi ha negato o eluso le molteplici e gravi criticità dell’impianto rilevate
e scientificamente argomentate da chi si è opposto alla sua realizzazione;
2) L’impatto ambientale e sulla salute della cittadinanza derivante dall’impianto non è in
alcun modo riducibile al solo trattamento dell’amianto. Il fatto che oggi la stessa Edison
voglia ridurre il problema all’impatto derivante dall’amianto, appare del tutto
strumentale all’oscuramento dei molteplici profili di rischio derivanti dalle
caratteristiche dell’impianto, dalle innumerevoli tipologie di rifiuti pericolosi trattati,
dal suo dimensionamento, dalla sua collocazione e dall’effetto cumulo con altri
inquinanti già presenti all’interno dell’area territoriale interessata. Il trattamento
dell’amianto è solo la punta di un iceberg di ben più ampie proporzioni, come più volte
ribadito e illustrato dall’Assemblea Permanente sia nelle sedi istituzionali che nel
contesto delle mobilitazioni promosse;
3) Le modifiche progettuali ipotizzate da Edison, tutte da verificare sotto il profilo
tecnico, non sono affatto risolutive sia perchè permangono integralmente le restanti
criticità dell’impianto, sia perchè non sussiste alcuna garanzia che attività oggi escluse
non siano in futuro implemetate ad impianto già realizzato;
4) Resta comunque il fatto che eventuali modifiche progettuali non possono essere
introdotte nella fase finale del procedimento autorizzatorio. Se così fosse, si aprirebbe
una grave e inaccettabile falla in tutto il sistema di controllo pubblico e di garanzia sui
progetti ad elevato impatto ambientale. Il soggetto proponente può legittimamente
modificare il progetto, ma il progetto modificato deve ripercorrere l’iter autorizzatorio
dall’inizio, rispettando i tempi e le modalità di intervento di tutti i soggetti interessati,
in primis delle popolazioni destinate a subire gli effetti dell’impatto sull’ambiente e sulla
propria salute. Dopo il preavviso di rigetto deliberato dalla Provincia la Edison ha
unicamente la facoltà di esporre le proprie controdeduzioni, ovvero di fornire
chiarimenti e approfondimenti sul progetto così come presentato. Abbiamo sempre
temuto che il termine lungo per le controdeduzioni concesso dalla Provincia, 60 giorni
anziché 10, potesse essere utilizzato dalla Edison per modificare il progetto in dirittura
di arrivo, eludendo così controlli e garanzie di legge. Sul punto abbiamo chiesto
delucidazioni ai rappresentanti tecnici e istituzionali della Provincia che una nostra
delegazione ha incontrato il giorno 11 settembre: nell’incontro ci è stato confermato che
nell’ambito delle controdeduzioni non sarebbe stato possibile apportare modifiche al
progetto già esaminato.
L’Assemblea Permanente ritiene che non sussistano alternative alla conferma del rigetto
dell’autorizzazione già preannunciato dalla Provincia. Oggi più che mai è importante
tenere alto sia il livello di attenzione che il livello di mobilitazione per evitare colpi di
mano destinati a sottrarci salute, ambiente e democrazia.
Per queste ragioni domenica 12 ottobre dalle ore 18,00 saremo di nuovo in piazza
Pergolesi per far sentire la nostra voce e riaffermare le ragioni del nostro NO.
ASSEMBLEA PERMANENTE “STOP EDISON”
